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INTO THE WILDE

Marzo 3 | 21:00

di e con Marco Bianchini


VENERDì 03 MARZO ore 21

TEATRO SPAZIO BIXIO

regia Gianmarco Busetto
drammaturgia Gianmarco Busetto, Marco Duse, Marco Bianchini
regia multimediale Marco Duse
disegno luci Fabio Bonfanti, Marco Duse
produzione Teatro della Caduta, 2022
con il sostegno di Farmacia Zooè

video promo > Into the Wilde – trailer – YouTube


Oscar Wilde goes punk. Detenuto nel carcere di Reading, Oscar Wilde scrive al suo amico e compagno Alfred detto Bosie una lunga lettera in cui ripercorre le tappe del loro rapporto, che lo ha condotto alla rovina. Nasce il De Profundis, considerato la più lunga lettera d’amore mai scritta. Ma è davvero così?
Più di un secolo dopo, all’attore e autore Marco Bianchini viene commissionato uno spettacolo teatrale sull’argomento. Trovandosi in difficoltà di fronte alle richieste del Signore del Teatro, Bianchini mette in scena il processo creativo e di ricerca che lo ha portato a studiare il De Profundis, la vita di Wilde e il suo rapporto con Bosie.

Lo spettacolo diventa così un monologo ipertestuale, dove il De Profundis è solo un pre-testo per parlare di amore, di arte, di vita, svincolando Wilde dall’immaginario che gli è stato cucito addosso.
Dai Sex Pistols a Celine Dion, da Francis Bacon a Sailor Moon, da Lana Del Rey a Batman, dalle riprese video ai personaggi Lego, tutta la cultura pop converge sul palcoscenico per sostenere un discorso multidisciplinare e multimediale che celebra la figura di Wilde e il suo estro infinito.

SOGGETTO
Negli ultimi mesi di detenzione al carcere di Reading Oscar Wilde scrive al suo amico Bosie -Lord Alfred Douglas – una lunga lettera in cui ripercorre le tappe della “malaugurata e deprecabile amicizia” che lo ha condotto alla rovina. Si tratta del De Profundis, considerato la più lunga lettera d’amore mai scritta. Ma siamo davvero sicuri che sia una lettera d’amore?
A partire da questa domanda, ha inizio un’indagine sulle ragioni che hanno portato Wilde a scrivere la famigerata Epistula: In Carcere et Vinculus. Lo spettatore viene guidato attraverso i momenti salienti della relazione tra il celebre scrittore e il giovane lord, dal primo incontro fino al processo e all’incarcerazione per sodomia e gravi indecenze.
Into the Wilde è uno spettacolo costruito su una drammaturgia originale che gioca su diversi piani narrativi, sull’alternanza tra registri alti e bassi e sull’utilizzo di diversi linguaggi, intrecciando il racconto storico con suggestioni provenienti dalla cultura pop, per approdare a una riflessione sulla passione sottomessa alla ragione e su ciò che accade quando la tensione verso l’assoluto viene soffocata.

LO SPETTACOLO
Into The Wilde si può definire un “monologo ipertestuale”, ovvero un racconto lineare effettuato in prima persona, in cui si innestano i collegamenti che emergono nel corso della narrazione. La scena è costituita da un tavolo ingombro di libri e oggetti, una videocamera e un fondale bianco, su cui vengono proiettate le riprese della videocamera; lo sfondo diventa di volta in volta scenografia, pannello esplicativo, schermo cinematografico. L’attore si muove su tre piani differenti, il dialogo con lo spettatore, l’interazione con la camera, la recitazione.

OSCAR WILDE GOES PUNK
Lo spettacolo vuole svincolare il mito di Oscar Wilde dall’immaginario che gli è stato cucito addosso e calarlo nel contesto odierno. Sono stati abbandonati quasi del tutto i riferimenti all’epoca vittoriana e all’estetica decadente e affiancati a suggestioni provenienti dall’arte e dalla cultura contemporanea, utilizzando ad esempio, dipinti di Francis Bacon e David Hockney assieme a immagini di Whistler (pittore coevo a Wilde). Sono stati introdotti inoltre numerosi collegamenti con la cultura pop e le subculture, con particolare attenzione verso il linguaggio del fumetto, spaziando dai comics americani ai manga giapponesi. Proprio nell’ottica dell’”approccio punk”, si è volutamente deciso di mantenere il più possibile una dimensione artigianale, “sporca”, della messa in scena, utilizzando una videocamera a bassa risoluzione e facendo in modo che le immagini proiettate assomiglino più a forme che emergono dal caos creativo che a scelte volute.
Un ruolo fondamentale viene riservato alle musiche, e anche in questo caso la scelta non è stata di uniformarsi ad un unico genere, ma di adottare le tracce che sostengono le scene in base all’effetto che si desiderava ottenere. La colonna sonora vede così affiancati i Sex Pistols e Celine Dion, Lana Del Rey e gli Einstürzende Neubauten, soundtracks di telefilm anni sessanta, gruppi indie e musica ambient/chillout da meditazione.

DRAMMATURGIA
Per dare una forma leggibile alla mole di informazioni e riferimenti si è scelto di adottare una struttura drammaturgica il più lineare possibile. La vicenda di Wilde e Bosie si svolge secondo i canoni della struttura tradizionale del dramma, ma è inserita all’interno di una cornice metateatrale fittizia, in cui l’attore/narratore racconta al pubblico il processo di creazione dello spettacolo in seguito ad una commissione da parte di un fantomatico Signore del Teatro. L’ormai inflazionato espediente del metateatro viene qui utilizzato di proposito per aprire una riflessione a parte, sulle forme e sulle modalità della creazione teatrale contemporanea.

MARCO BIANCHINI
Attore e autore vicentino, ha seguito un itinerario formativo che parte dal teatro di narrazione (con Gilles Bizouerne, Lylo Baur, Marco Paolini) e si completa con la tradizione francese di teatro fisico (con Miriam Goldschmitd, Marcel Marceau, Pierre Byland, Giovanna Mori e in particolare all’Ecole Philippe Gaulier di Parigi).
Dal 2005 collabora con il Teatro della Caduta, con cui ha realizzato cinque spettacoli e partecipato alla creazione di numerose altre produzioni, sviluppando un linguaggio personale basato sulla commistione di generi, l’alternanza di registri, il gusto per il paradosso e il surreale e l’utilizzo del linguaggio comico come veicolo di contenuti. Ha vinto, diretto da Francesco Giorda, il primo premio della giuria e del pubblico al “Concorso Internazionale di Regia Fantasio Piccoli”.
Premio del pubblico al concorso per monologhisti “C’è posto per te”. Ha curato la regia di “Madama Bovary” (finalista Premio Scenario 2011) e di “Leopardi Shock”, interpretati da Lorena Senestro. Nel 2012 ha partecipato come tutor al progetto internazionale “My migrant story” per la Scuola Holden. Dal 2013 collabora con la casa editrice Petrini – De Agostini Scuola per la registrazione di brani letterari.


BIGLIETTI
intero 15 €
ridotto 12 € (over 65, under 30, allievi di FOR.THE – centro di formazione teatrale, abbonati Teatro Comunale Città di Vicenza, Arci, Fadac, Nautilus Cantiere Teatrale)

PRENOTAZIONI
info@theama.it – 0444.322525, dal lun al ven, ore 10-13 e 14-18
392.1670914, nei giorni di spettacolo, ore 10-18
La prenotazione è consigliata e garantisce la partecipazione all’evento
E’ necessario ritirare la prenotazione 10 minuti prima dell’orario di inizio spettacolo
I posti in sala non sono numerati


ORGANIZZATORE

THEAMA TEATRO

0444 322525

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SEDE EVENTO

TEATRO SPAZIO BIXIO

Via Mameli, 4
Vicenza, 36100 Italia
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